4 luglio 2018

XII]
Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all’indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azione a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell’equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.
Pedro Salinas
Ah, tu pensavi che anch’io fossi una (Da Anno Domini)

Ah, tu pensavi che anch’io fossi una
che si possa dimenticare
e che si butti, pregando e piangendo,
sotto gli zoccoli di un baio.

O prenda a chiedere alle maghe
radichette nell’acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
di un fazzoletto odoroso e fatale.

Sii maledetto. Non sfiorerò con gemiti
o sguardi l’anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso,
sull’icona miracolosa
e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.

1921 Achmatova

Strinsi le mani sotto il velo oscuro... (Da Sera)

Strinsi le mani sotto il velo oscuro...
“Perché oggi sei pallida?”
Perché d’agra tristezza
l’ho abbeverato fino ad ubriacarlo.

Come dimenticare? Uscì vacillando,
sulla bocca una smorfia di dolore...
Corsi senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro di lui fino al portone.

Soffocando, gridai: “E’ stato tutto
uno scherzo. Muoio se te ne vai”.
Lui sorrise calmo, crudele
e mi disse: “Non startene al vento.”

1911 Achmatova

Il miele selvatico sa di libertà (Da Il giunco)

Il miele selvatico sa di libertà,
la polvere del raggio di sole,
la bocca verginale di viola,
e l’oro di nulla.
La reseda sa d’acqua,
e l’amore di mela,
ma noi abbiamo appreso per sempre
che il sangue sa solo di sangue...

Invano il procuratore romano,
tra gridi sinistri della plebe,
lavò davanti al popolo le mani,
e invano la regina di Scozia [nota 1]
tergeva da rossi schizzi
le palme affusolate, nell’afosa
oscurità del palazzo reale...

1933 Achmatova
L'incontro

Al collo un filo di esili grani,
celo le mani nel largo manicotto,
gli occhi guardano distratti
e non piangeranno mai più.

Sembra il volto più pallido
per la seta che tende al lilla,
arriva quasi alle sopracciglia
la mia frangetta non ondulata.

E non somiglia ad un volo
questa lenta andatura, quasi avessi
sotto i piedi una zattera
e non i quadretti del parquet.

La bocca bianca è socchiusa,
ineguale il respiro affannato,
e sul mio petto tremano i fiori
dell'incontro che non c'è stato.

Anna Achmatova
IL SALICE
Io crebbi in un silenzio arabescato,
in un'ariosa stanza del nuovo secolo.
Non mi era cara la voce dell'uomo,
ma comprendevo quella del vento.
Amavo la lappola e l'ortica,
e più di ogni altro un salice d'argento.
Riconoscente, lui visse con me
la vita intera, alitando di sogni
con i rami piangenti la mia insonnia.
Strana cosa, ora gli sopravvivo.
Lì sporge il ceppo, e con voci estranee
parlano di qualcosa gli altri salici
sotto quel cielo, sotto il nostro cielo.
Io taccio... come se fosse morto un fratello.

Anna Andreevna Achmatova (Anna Gorenko)

Jimenez
Io non sono io
Sono colui
che mi cammina accanto senza che io lo veda;
che, a volte, sto per vedere,
e che, a volte, dimentico.
Colui che tace, quieto, quando parlo,
colui che perdona, soave, quando odio,
colui che passeggia là dove non sono,
colui che resterà quando morirò.


Fragmento del poema hora inmensa]
de Juan Ramón Jiménez]

Sólo turban la paz una campana, un pájaro…
Parece que los dos hablan con el ocaso.

Es de oro el silencio. La tarde es de cristales.
Mece los frescos árboles una pureza errante.
Y, más allá de todo, se sueña un río límpido
que atropellando perlas, huye hacia lo infinito…

¡Soledad! ¡Soledad! Todo es claro y callado…
Sólo turban la paz una campana, un pájaro…

El amor vive lejos… Sereno, indiferente,
el corazón es libre. Ni está triste, ni alegre.
Lo distraen colores, brisas, cantos, perfumes…
Nada como en un lago de sentimiento inmune…
Sólo turban la paz una campana, un pájaro…
¡Parece que lo eterno se coje con la mano!

Solo una campana, un passero turbano la pace ..
Sembra che i due parlino con il tramonto.
D’oro è il silenzio. Di cristallo la sera.
Una pura brezza culla i freschi alberi
e al di là di tutto, un limpido fiume
sogna di scorrere verso l’infinito in una cascata di perle..
DIE MAGISCHE SHOW

Was sind wir doch für Zauberer,
machen Dunkelheit zu Licht,
Atome, unsichtbar,
verwandeln wir
ins Welttheater,
ziehen Dinge,
(Menschen und
Kaninchen)
aus geheimen
mikroskopisch kleinen Kästchen,
wandeln Winter in den Sommer,
lassen eine Handvoll Augenblicke
durch di Tür der Zeit verschwinden.

Lang ist’s her,
dass wir die Kunst erlernten,
und heut’ ist sie uns unbewußt;
zu glauben,
wir sei’n nichts als Publikum,
haben wir uns beigebracht.
Ich frage mich deshalb,
wo unsre Lehrzeit stattgefunden.
Wer war der Magier,
der uns zeigte,
wie Realität so leicht erschaffen wird,
dass wir vergaßen, dies Geheimnis
uns selbst mitzuteilen?

Jane Roberts


Today is tomorrow, and present is past.
Nothing exists and everything will last.
There is no beginning, there was no end.
No depth to fall, no height to ascend
There is only this moment, this flicker of light
That illuminates nothing, but oh! So bright!
For we are the spark that flutters in space,
Consuming an eternity of a moment’s grace.
For today is tomorrow and present and past.
Nothing exists and everything will last.”

jane Roberts
Il presagio è quell’ombra che si allunga sul prato,
indice di tramonti
Ad avvertire l’erba sbigottita
Che su lei presto scenderà la notte
1863 Emily Dickinson