Quest’anno prima che venisse a trovarmi la mia amatissima padroncina “Sempre in Viaggio” ero dimagrito parecchio e quando mi ha portato nella valle incantata in alta montagna, pur mangiando tantissimo, ero sempre magro come uno scheletro. Lei guardandomi era preoccupata, ma poi vedendomi correre tutto il giorno, per ore e ore, un po’ si tranquillizzò. Non riuscivo stare fermo, correvo, correvo e correvo più veloce del vento e qualche volta buttandomi nelle pozzanghere e nel fango ero imbrattato di terra ed anche di sterco di mucca. Ci siamo dimenticati di portarci dietro le spazzole per pulirmi e ricordo che un giorno, per rendermi un pochino presentabile mi buttarono addosso tanta di quell’acqua freddissima, e visto che tremavo tutto, lei mi avvolse con una coperta calda e mi coccolò per tanto tempo. La prima notte, per farmi dormire, sistemò un tappetino accanto al suo letto, ma non mi sentivo a mio agio e così gironzolai per parecchio tempo nella stanza, quando ero sicuro che loro si fossero addormentati, saltai sul letto vuoto che stava giusto a mezzo metro dal lettone dove dormiva la padroncina….. mi avrebbe sgridato? Quando si rese conto che ero salito sul letto vuoto, inizialmente bofonchiò un pochino e mi fece scendere, ma poi io risalii di nuovo e così lei stese una vecchia coperta dismessa sul letto ed io avevo ottenuto ciò che volevo. Desideravo stare alla sua altezza, così aprendo gli occhi potevo guardarla dormire e stavo più comodo e caldo.
Oltre le ombre mi piacciono anche le farfalle, seguo il loro volo e cerco di catturarle, ma solo per finta, ciò che mi intriga è il loro essere, così mutevole, così colorato e leggero. Infatti in certe culture precolombiane le farfalle sono considerate le messaggere del SAPERE e riescono a fare da collegamento tra le varie dimensioni. (mi sembra di averlo sentito raccontare da qualcuno). Un giorno correndo lungo un sentiero nel bosco – quanti profumi deliziosi - presi un uccellino, lo portai un pochino in giro, era un esserino tutto tremante e piccolino e poi lo posai dolcemente per terra. In quell’istante mi sorprese “L’uomo che disegna le Montagne” e l’uccellino sembrava paralizzato, lui chiamò la padroncina e mi guardarono con sospetto. Ma io so che non volevo fargli del male, anche a casa qualche volta porto in giro le galline, a loro piace, si buttano a terra e vogliono essere trasportate da me… è un gioco che facciamo ormai da parecchio. Meno male che la padroncina si ricordava di questo particolare, così cercò di mettere in salvo l'uccellino ... speriamo sia sopravvissuto.
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